Editoriali | 26 maggio 2018, 15:00

L'editoriale del mese

L'editoriale del mese

La Nazionale di calcio italiana, quest’anno, andrà al Mondiale. Non stiamo parlando della squadra di Buffon, Bonucci, Verratti, Insigne…e nemmeno del campionato che si svolgerà in Russia, al quale l’Italia, come sappiamo, non parteciperà. Ci riferiamo a un altro torneo internazionale, che si disputerà in Messico dal 24 ottobre al 5 novembre 2018, e a un’altra formazione, questa sì, costellata di veri campioni.

A Guadalajara, a tenere alto il tricolore in un Campionato del Mondo e a cantare a squarcia gola l’inno di Mameli ci penseranno gli azzurri della selezione italiana amputati. Ragazzi - alcuni adolescenti, altri già uomini maturi - capaci di contrastare e abbattere il muro della disabilità, il pregiudizio della gente, il vento contrario della sfortuna, e di inseguire il sogno più grande: giocare a pallone. Nonostante tutto.

La Nazionale Italiana Calcio Amputati nasce dalla volontà di Francesco Messori, un ragazzo nato senza un arto inferiore, ma con una infinita passione per questo sport. Nel 2011 il CSI (Centro Sportivo Italiano) concede a Francesco di giocare in un campionato di normodotati. Utilizzando Facebook, Francesco recluta una squadra di persone amputate provenienti da tutto il territorio italiano e nel 2012 la squadra si costituisce sotto l’egida della presidenza nazionale proprio del CSI. Oggi la selezione azzurra è ufficialmente parte della WAFF (World Amputee Football Federation) e dal dicembre 2017 è fra le discipline di competenza della FISPES (Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali).

Lo scorso ottobre l’Italia ha partecipato ai primi Campionati Europei conquistando un quinto posto e la qualificazione diretta al Mondiale 2018. Alla spedizione messicana parteciperà anche il veronese Alessandro Pighi, 28 anni, di Cavaion Veronese.

«Gioco a calcio dall’età di 6 anni. – spiega - Facevo il difensore con discrete qualità, ma nel marzo 2014, mentre lavoravo, due scariche da 18.000 volt attraversarono il mio corpo. A causa di questo incidente mi dovettero amputare la mano destra».

«Il colpo fu tremendo per me che vivevo di calcio, ma non mi sono abbattuto. – prosegue - Ho ricominciato a giocare a “calcio a 7” in una squadra di amatori nel campionato CSI e successivamente nell'”ASD Calcio Veneto For Disable”. Giocando con questa squadra ho avuto modo di conoscere la realtà della Nazionale Calcio Amputati e ho deciso di buttarmi in una nuova sfida in un ruolo per me insolito: il portiere. Ho subito trovato una famiglia e questo è l’aspetto più bello di questa esperienza. Grazie a una deroga, gioco regolarmente anche in Seconda categoria, in mezzo al campo, ma rappresentare la propria nazione non ha eguali».

Alessandro, così come Carlo, Paolo, Lorenzo e tutti gli altri giocatori azzurri li abbiamo potuti ammirare la mattina di sabato 19 maggio sul sintetico di Grezzana, in una delle ultime amichevoli prima della partenza per il ritiro di Guadalajara. Gli avversari erano i nazionali amputati scozzesi.

Noi eravamo lì, a tifare per loro, e a dirgli che per noi il Mondiale, quello più bello, lo avevano già portato a casa.

nazionalecalcioamputati.it

Penso che talvolta i veri limiti esistano in chi ci guarda. (Candido Cannavò)

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